
LA PANDEMIA E IL LOCKDOWN HANNO AVUTO MOLTI EFFETTI INDESIDERATI, HANNO CAUSATO E CAUSANO VERI E PROPRI ‘DANNI COLLATERALI‘. PARLIAMO DI… SESSO.
DANNI COLLATERALI PT. 1
“E anche oggi… si fa sesso domani”
La pandemia e il lockdwon entrano in camera da letto.
Tra i danni collaterali provocati dalla quarantena e dall’epidemia, ne segnaliamo oggi uno emerso recentemente da uno studio dell’Istituto Mario Negri, apparso sul Journal of Epidemiology: “Durante la quarantena, il 25% degli italiani ha avuto molti meno rapporti sessuali rispetto ai periodi pre-pandemia“. Il dato emerge all’interno di uno studio su come la pandemia abbia modificato le abitudini della sfera sessuale.
Perché la pandemia ha modificato tante, tantissime abitudini. Il suo impatto sulla vita sessuale degli italiani, ma abbiamo buoni motivi di ritenere che negli altri paesi non sia andata diversamente, è stato importante soprattutto sui maschi giovani, con un buon livello di istruzione e con una situazione abitativa precaria.

Parliamo di numeri: più del 35% degli intervistati ha riconosciuto un cambiamento nella propria attività sessuale durante la quarantena, un mero 8% dichiara di aver fatto più sesso di prima, mentre un importante 27% ammette che la propria vita sessuale si sia striminzita. Parlando di coppie, lo studio evidenzia come il 20% delle coppie intervistate abbia ammesso di aver ridotto di molto la propria attività sessuale rispetto ai periodi pre-pandemici.
Andrea Amerio, uno psichiatra ricercatore dell’UniGenova, ha indicato come fattori di riduzione dell’attività sessuale nelle coppie la paura di contagiarsi o di contagiare, la malinconia e l’ansia legati alla situazione sanitaria e, per le coppie con figli, la presenza costante della prole in casa.

I single, i soggetti più colpiti, hanno registrato un calo importante nella loro attività sessuale principalmente per il divieto di spostarsi, la chiusura degli esercizi pubblici e l’obbligo di distanziamento sociale.
Lo studio dell’Istituto Mario Negri sull’impatto della pandemia sulla vita sessuale degli individui non è stato il primo a livello mondiale.
Dando uno sguardo approfondito a quanto emerso, siamo ben certi di poter dire che i fattori di riduzione dell’attività sessuale, siano:
- paura di contagiarsi a vicenda.
- presenza costante di bambini in casa.
- divieto di spostamenti.
- chiusura dei locali pubblici.
- obbligo di distanziamento sociale.
- troppo tempo passato insieme per i partner.
- elevati stress e preoccupazioni riguardo alla vita lavorativa.
- elevata incidenza di forme anche lievi di depressione.
E, ultimo ma non per ordine di importanza, il fattore esterno. Come dicono alcuni sessuologi: “Due zebre non si accoppieranno mai vicino a una leonessa“. Ovvero: “Se c’è un pericolo, una minaccia reale vicino a noi, il nostro cervello manda segnali al corpo che al momento non è una buona idea avere un rapporto sessuale.”
Con la morte fuori dall’uscio di casa, il desiderio sessuale scende.