DANNI COLLATERALI pt.3

Pandemia e salute mentale.
LA PANDEMIA E IL LOCKDOWN HANNO AVUTO MOLTI EFFETTI INDESIDERATI, HANNO CAUSATO E CAUSANO VERI E PROPRI ‘DANNI COLLATERALI‘. PARLIAMO DI SALUTE MENTALE E DI UN FENOMENO DIFFUSO ORMAI IN ITALIA.

Facciamo un salto in Giappone, pronti, via!

Si chiamano Hikikomori (tradotto alla lettera: ‘stare in disparte’). E anche se non esistono solo in Giappone, finora esiste solo il termine giapponese per indicarli.

Si tratta di tutte quelle persone che scelgono di vivere in casa da semi-reclusi perché se anche fossero in compagnia di altre persone, proverebbero una solitudine devastante. Più di quella che provano stando a casa, appunto, da soli.
Sono principalmente maschi (tra il 70% e il 90%) e sono soprattutto giovani (tra i 14 e i 30 anni), sono sempre di più.

Il loro isolamento non è da ritenersi UN PROBLEMA, quanto IL SINTOMO di un problema, che sui soggetti più deboli può arrivare a causare gravi condizioni psichiatriche, ma che anche nei casi meno problematici segna in maniera quasi irreversibile le capacità relazionali di chi si isola volontariamente.

Il fenomeno è stato rilevato e in qualche modo codificato per la prima volta in Giappone nella metà degli anni ’80.
Si stima che a oggi gli Hikikomori giapponesi siano circa un milione.

Photo by Andrey Grushnikov on Pexels.com

Ma, come abbiamo detto, non si tratta di un fenomeno esclusivamente giapponese. Il mondo accademico (soprattutto la psichiatria e le scienze sociali) è sempre più attento a questo fenomeno che possiamo definire davvero globale.

Italia, USA, Francia, Cina, UK, Corea del Sud, India, Tunisia, Spagna… (suggeriamo questo interessante studio per chi volesse approfondire. si può scaricare lo studio in pdf anche senza essere registrati)

Per saperne di più sugli Hikikomori, vi invitiamo a visitare il sito dell’associazione Hikikomori Italia. Troverete info e risorse qualificate sul tema. A noi interessa in questa sede parlarne in relazione alla pandemia e al lockdown.

Già, perché ne stiamo parlando? Perché “Coloro che stanno in disparte” sono uno specimen variegato, eterogeneo. Tra di loro c’è chi ha visto peggiorare la propria condizione ma anche chi ha reagito in modo sorprendente.

Hikikomori Italia è vicina alle persone sensibili e deboli.

Come riportato dalla Dr.ssa Chiara Illano (psicologa, psicoterapeuta, coordinatrice dell’area psicologica di Hikikomori Italia), vanno fatti degli importanti distinguo. Anzitutto bisogna distinguere sulla base del grado di isolamento:

  • alcuni, pur avvertendo una voglia di solitudine, riesce a tenerla dentro di sé, magari costruendo un muro intorno al le zone più intime della propria personalità, e a vivere una vita apparentemente normale.
  • per altri, la chiusura in sé stessi è meno gestibile e genera l’autoisolamento sociale.

In secondo luogo, bisogna distinguere sulla base del vissuto. Al marzo 2020 c’era:

  • chi era da poco entrato in un percorso di autoisolamento.
  • chi era già in percorsi, personali o terapeutici, di uscita dall’isolamento.
  • chi era da tempo in fase di autoisolamento e non aveva ancora intrapreso un percorso di uscita da questa autoreclusione.

Il lockdown ha avuto effetti molto negativi sugli individui che rientrano nei primi due casi. Nel primo caso, la quarantena ha amplificato il bisogno di solitudine. Nel secondo, invece, gli sforzi per uscire dall’autoreclusione sono stati resi completamente vani.

Gli individui che rientrano nel terzo caso, invece, hanno subito una sorta di miglioramento. «Si sono ritrovati ad essere come tutti gli altri – dice la Dr.ssa Illano – : non hanno percepito più quella differenza tra la loro chiusura e la socialità degli altri. Si sono sentiti finalmente “normali”, privi di quella pressione sociale che li vorrebbe sempre impegnati, concentrati su specifici obiettivi».

Secondo un sondaggio tenuto dall’associazione Hikikomori Italia, il 30% dei soggetti interpellati ha ammesso di ‘stare meglio’ e un incredibile 11% addirittura di ‘stare molto meglio’.

Questo fenomeno non è per altro solo italiano.

L’autoisolamento è il sintomo di un problema.

Tutto questo solo fino al perdurare del lockdown, però. Una volta terminata la quarantena, infatti, le cose sono molto peggiorate: se ‘gli altri’ riprendevano la loro vita normale, gli hikikomori sono tornati soggetti a quel tipo di pressione sociale che è tra le cause della loro decisione di autoisolamento. In modo addirittura più forte di prima.

In Giappone, dove il fenomeno è nato ed è molto più diffuso, quando sono state rimosse le misure di quarantena, è aumentato il numero dei suicidi tra ‘coloro che stanno in disparte’.

Mai come in questi periodi, è necessario stare vicino ai soggetti più sensibili, ai soggetti più deboli.

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