In principio era stata classificata come epidemia. Poi l’ 11 marzo 2020 l’Oms l’ha dichiarata pandemia. Nei prossimi mesi il Covid-19 potrebbe diventare endemia. Sono diversi ormai gli esperti che citano questo termine. Tre termini alla ribalta per colpa del Corona-VIrus-Disease-19
EPIDEMIA
Dal greco “ἐπί – δῆμος” (epí – démos), ovvero “sopra il popolo”. Evento morboso, contagioso in eccesso rispetto a modelli ciclici e ordinari, che colpisce pressoché simultaneamente una collettività, ovvero una popolazione, in un territorio più o meno esteso, ma comunque delimitato, e che si protrae per un certo tempo contenuto.
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PANDEMIA
Dal greco “πάν – δημος” (pán – démos), ovvero “tutto il popolo”. Evento morboso epidemico che si diffonde in maniera molto rapida su scala planetaria, che coinvolge una grande parte della popolazione mondiale. La pandemia presuppone la trasmissione da uomo a uomo di un microrganismo patogeno notevolmente virulento e la mancanza di immunizzazione nella popolazione.
ENDEMIA
Dal greco “ἐν – δῆμος” (en – démos), ovvero “nel popolo”. Malattia che manifesta una costante permanenza in una determinata popolazione o territorio, con casi sporadici ma ricorrenti, spesso con ciclicità stagionali. L’agente patogeno di una malattia endemica è stabilmente presente in una regione e circola nella sua popolazione.
I livelli di inquinamento da NO2 in Cina prima, durante e dopo le quarantene. Fonte: NASA
LA PANDEMIA E IL LOCKDOWN HANNO AVUTO MOLTI EFFETTI INDESIDERATI, HANNO CAUSATO E CAUSANO VERI E PROPRI ‘DANNI COLLATERALI‘. COS’ÈSUCCESSO ALL’EMERGENZA CLIMATICA MENTRE ERAVAMO IN QUARANTENA?
La doppia faccia delle buone notizie. Pandemia ed Emergenza Climatica.
Nel 2020, in tutto il mondo i livelli di inquinamento sono crollati. Il regime di quarantena imposto in tanti paesi e che è arrivato a riguardare circa 2,6 miliardi di persone, ha avuto un impatto non solo sulla trasmissione del virus, ma sul pianeta tutto. E sul pianeta l’impatto è stato bene o male positivo, anche se questo effetto è stato solo temporaneo e si è realizzato con un enorme costo sociale e umano.
Le flotte aeree erano a terra, le auto in garage, molti settori industriali erano fermi e le emissioni dovute alla logistica e alla produzione di energia sono letteralmente crollate. Se negli USA le emissioni di CO2 hanno avuto una flessione di circa il 7,5% nell’anno 2020, nell’Eurozona si è avuto un calo del 58% delle stesse emissioni rispetto all’anno precedente (fonti: Sia Partners)
Anche le emissioni di biossido di azoto (NO2), un elemento inquinante strettamente connesso al trasporto su gomma, hanno toccato i minimi storici quasi ovunque. La Cina da sola, ha risparmiato all’atmosfera l’ammontare di emissioni pari a quello di un piccolo stato europeo.
La qualità dell’aria di metropopli e megalopoli di tutto il mondo non è mai stata così pulita come nel 2020. Da Nuova Delhi a Pechino, da Los Angeles a Mosca.
Le buone notizie non sembrano finire qui: l’effetto che quarantene e restrizioni hanno avuto sull’inquinamento globale ha creato una specie di ambiente di test.
Lo spiega James Lee, professore di chimica dell’atmosfera presso uno dei maggiori centri di studio sull’inquinamento atmosferico a livello mondiale, l’Università di York: “Siamo di fronte a una sorta di enorme esperimento naturale che sarebbe impossibile da realizzare in condizioni normali. Studiando a fondo le variazioni sull’inquinamento atmosferico tra 2020 e gli anni passati, saremo in grado di capire un po’ meglio le dinamiche di accumulo dell’inquinamento di quanto non ne siamo in condizioni normali. Questo perché la produzione di energia continuerà su scala ridotta, mentre il trasporto su gomma e quello aereo sono fermi, così come alcuni settori industriali ad alto impatto.”
“Ma quali danni collaterali? Questa è una buona notizia!” Siamo quasi portati a pensare.
La caduta delle emissioni ha avuto una durata breve, mentre il dibattito globale è stato dominato in senso assoluto dalla pandemia per tutto il 2020 e buona parte del 2021. Momenti importanti come il COP26, così come la fase esecutiva delle politiche ambientali dei vari stati sono stati rinviati di un anno circa. Come l’Euro 2020 e le Olimpiadi di Tokyo.
Prendiamo un dettaglio relativo al COP26 di Glasgow (ancora in corso mentre scriviamo) a paradigma di come la pandemia ha monopolizzato il dibattito politico internazionale: la conferenza si sta svolgendo al centro congressi SEC Centre… dopo che per tutto il 2020 era stato convertito in ospedale Covid…
Glen Peters, Direttore del Centro per le Ricerche Internazionali sul Clima di Oslo lo aveva predetto nella primavera del 2020: “La pandemia metterà in pausa tutto ciò che riguarda il clima. L’emergenza ambientale sparirà dalle discussioni politiche per lo meno sino alla primavera del 2021. Così come tutto ciò che non riguarda il Covid-19 e la ripartenza dell’economia.”
Così, mentre nel 2020 l’acqua dei canali di Venezia era chiara come non mai, dato che motoscafi e vaporetti, fermi ai moli, non potevano sollevare il fango e a Londra si poteva sentire il canto degli uccelli persino in pieno centro, visto che auto e bus erano in garage, studiosi e attivisti del clima invitavano a non cantare vittoria.
E a ragione.
La chiusura temporanea di interi settori economici non ha ovviamente dato l’inizio della decarbonizzazione e le politiche per far ripartire i settori produttivi più colpiti rischiano di ‘annullare’ in qualche modo i risultati positivi sul clima avuti del 2020.
C’è stato un impatto comportamentale sul clima sostanzialmente positivo nel 2020, ma ora che si fa? Si torna a produrre e commerciare esattamente come prima?
Con lo shock dovuto da quarantena e restrizioni l’uomo ha imparato che è possibile ridurre di molto le emissioni inquinanti, la vera sfida è capire come continuare a ridurle senza il trattamento shock del 2020.
Adoriamo le infografiche. Soprattutto quando si riesce a condensare in una sola immagine una quantità importante di dati, che così, da massa semiforme di cifre e percentuali, diventano un insieme di informazioni altamente assimilabili. Proprio come le vitamine.
In questo articolo (primo di una serie) abbiamo raccolto alcune data-visualization e infografiche che mostrano l’ìmpatto della pandemia da Covid-19 su vari aspetti della nostra società. Dove per ‘nostra’ non intendiamo solo quella italiana.
Troverete dati eterogenei, e non necessariamente dati legati al mondo della sanità. Dati da ‘fonti aperte’ che offrono uno sguardo, a volte obliquo ma mai fuori fuoco sul mondo che si trova di punto in bianco a far fronte a una situazione davvero nuova.
Le data visualization e infografiche hanno spinto noi ad approfondire alcuni temi legati alla pandemia da Covid-19 e se anche un solo lettore o una sola lettrice verranno spinti a fare altrettanto, questo nostro piccolo studio non sarà stato realizzato invano.
Ogni immagine è corredata di fonti e, ove sia stato possibile reperirlo, anche il nome del creatore.
GOOGLE TRENDS. RICERCA ‘RISTORANTI VICINO A ME’ vs. ‘CONSEGNA A DOMICILIO’
Fonte: Google Search Trends per ‘Ristoranti vicino a me’ e ‘Pasti con consegna a domicilio’. Autore:redditoru/keshava7
I dati di Google Search Trends presi in analisi dal redditor u/keshava7 sono globali e con questa visualizzazione vediamo nero su bianco come cambiano le abitudini di ricerca, e anche alimentari, con l’aggravarsi della situazione sanitaria globale.
GOOGLE TRENDS. INTENSITÀ DELLE RICERCHE SU ARGOMENTO ‘COVID-19’
Google Trends è sicuramente uno strumento importante per avere un’idea dell’effetto della pandemia sulle abitudini di tutti. Questo breve video traduce in immagini immediate miliardi di ricerche web effettuate in più di 12 mesi.
TWITCH. ORE DI VISUALIZZAZIONE DAL 2013 AL 2020. IL GAMING E IL COVID-19
Restiamo sempre sul web. Twitch è una delle piattaforme per lo streaming più in voga nel mondo del gaming. Il grafico prende in considerazione il periodo Gennaio 2013 – Primo quadrimestre del 2020, e oltre a notare come Twitch sia cresciuto con costanza dal 2013, ci troviamo di fronte a una vera e propria esplosione in concomitanza con la diffusione delle misure restrittive in tutto il mondo.
GOOGLE TRENDS. RICERCA PER ‘APP PER VIDEOCONFERENZE’ DA GENNAIO 2020.
Fonte: Google Search Trends per ‘app per videocall’ a partire dal 01 gennaio 2020. Autore:Engaging Data
Torniamo a Google Search Trends, di sicuro una delle risorse più importanti per il monitoraggio dei big-data relativi agli interessi e ai trend. Questa gif parte dal 01 Gennaio 2020, e mostra come, tra le principali app per videoconferenze, la piattaforma Zoom abbia pian piano scalato il mercato dei servizi per le videochiamate. Piccola curiosità: vediamo che le curve salgono e scendono in modo regolare, i punti in cui calano sono in corrispondenza del sabato e della domenica. Meno videocall e meno DAD? Ovvio, c’è il weekend!
I SATELLITI – SENTINEL 5P, L’INQUINAMENTO DA BIOSSIDO DI AZOTO E IL COVID
Usciamo dal web per l’ultima infografica di questo articolo. L’immagine è stata realizzata utilizzando i dati del satellite Sentinel 5P che monitora la concentrazione di biossido d’azoto (NO2) nell’aria e confrontando i dati del mese di marzo dell’anno 2019 con il periodo corrispondente del 2020. In questo caso sono state prese in considerazione 8 città (Milano è in basso a sx) ed è possibile vedere come per tutte e 8, nel 2020 la concentrazione di biossido d’azoto sia scesa. Le cause sono ovviamente la riduzione dell’attività industriale e le restrizioni sugli spostamenti dovute dalle misure messe in campo per contrastare la diffusione del Covid-19.
L’impatto della pandemia sulle abitudini quotidiane è talmente ampio che questa breve carrellata di infografiche non è certo sufficiente a raccontarlo, semmai a farci un’idea più concreta. Cercheremo di approfondire nei prossimi articoli INFOGRAPHIC.
LA PANDEMIA E IL LOCKDOWN HANNO AVUTO MOLTI EFFETTI INDESIDERATI, HANNO CAUSATO E CAUSANO VERI E PROPRI ‘DANNI COLLATERALI‘. PARLIAMO DI SALUTE MENTALE E DI UN FENOMENO DIFFUSO ORMAI IN ITALIA.
Facciamo un salto in Giappone, pronti, via!
Si chiamano Hikikomori (tradotto alla lettera: ‘stare in disparte’). E anche se non esistono solo in Giappone, finora esiste solo il termine giapponese per indicarli.
Si tratta di tutte quelle persone che scelgono di vivere in casa da semi-reclusi perché se anche fossero in compagnia di altre persone, proverebbero una solitudine devastante. Più di quella che provano stando a casa, appunto, da soli. Sono principalmente maschi (tra il 70% e il 90%) e sono soprattutto giovani (tra i 14 e i 30 anni), sono sempre di più.
Il loro isolamento non è da ritenersi UN PROBLEMA, quanto IL SINTOMO di un problema, che sui soggetti più deboli può arrivare a causare gravi condizioni psichiatriche, ma che anche nei casi meno problematici segna in maniera quasi irreversibile le capacità relazionali di chi si isola volontariamente.
Il fenomeno è stato rilevato e in qualche modo codificato per la prima volta in Giappone nella metà degli anni ’80. Si stima che a oggi gli Hikikomori giapponesi siano circa un milione.
Ma, come abbiamo detto, non si tratta di un fenomeno esclusivamente giapponese. Il mondo accademico (soprattutto la psichiatria e le scienze sociali) è sempre più attento a questo fenomeno che possiamo definire davvero globale.
Italia, USA, Francia, Cina, UK, Corea del Sud, India, Tunisia, Spagna… (suggeriamo questo interessante studio per chi volesse approfondire. si può scaricare lo studio in pdf anche senza essere registrati)
Per saperne di più sugli Hikikomori, vi invitiamo a visitare il sito dell’associazione Hikikomori Italia. Troverete info e risorse qualificate sul tema. A noi interessa in questa sede parlarne in relazione alla pandemia e al lockdown.
Già, perché ne stiamo parlando? Perché “Coloro che stanno in disparte” sono uno specimen variegato, eterogeneo. Tra di loro c’è chi ha visto peggiorare la propria condizione ma anche chi ha reagito in modo sorprendente.
Hikikomori Italia è vicina alle persone sensibili e deboli.
Come riportato dalla Dr.ssa Chiara Illano (psicologa, psicoterapeuta, coordinatrice dell’area psicologica di Hikikomori Italia), vanno fatti degli importanti distinguo. Anzitutto bisogna distinguere sulla base del grado di isolamento:
alcuni, pur avvertendo una voglia di solitudine, riesce a tenerla dentro di sé, magari costruendo un muro intorno al le zone più intime della propria personalità, e a vivere una vita apparentemente normale.
per altri, la chiusura in sé stessi è meno gestibile e genera l’autoisolamento sociale.
In secondo luogo, bisogna distinguere sulla base del vissuto. Al marzo 2020 c’era:
chi era da poco entrato in un percorso di autoisolamento.
chi era già in percorsi, personali o terapeutici, di uscita dall’isolamento.
chi era da tempo in fase di autoisolamento e non aveva ancora intrapreso un percorso di uscita da questa autoreclusione.
Il lockdown ha avuto effetti molto negativi sugli individui che rientrano nei primi due casi. Nel primo caso, la quarantena ha amplificato il bisogno di solitudine. Nel secondo, invece, gli sforzi per uscire dall’autoreclusione sono stati resi completamente vani.
Gli individui che rientrano nel terzo caso, invece, hanno subito una sorta di miglioramento. «Si sono ritrovati ad essere come tutti gli altri – dice la Dr.ssa Illano – : non hanno percepito più quella differenza tra la loro chiusura e la socialità degli altri. Si sono sentiti finalmente “normali”, privi di quella pressione sociale che li vorrebbe sempre impegnati, concentrati su specifici obiettivi».
Secondo un sondaggio tenuto dall’associazione Hikikomori Italia, il 30% dei soggetti interpellati ha ammesso di ‘stare meglio’ e un incredibile 11% addirittura di ‘stare molto meglio’.
Questo fenomeno non è per altro solo italiano.
L’autoisolamento è il sintomo di un problema.
Tutto questo solo fino al perdurare del lockdown, però. Una volta terminata la quarantena, infatti, le cose sono molto peggiorate: se ‘gli altri’ riprendevano la loro vita normale, gli hikikomori sono tornati soggetti a quel tipo di pressione sociale che è tra le cause della loro decisione di autoisolamento. In modo addirittura più forte di prima.
In Giappone, dove il fenomeno è nato ed è molto più diffuso, quando sono state rimosse le misure di quarantena, è aumentato il numero dei suicidi tra ‘coloro che stanno in disparte’.
Mai come in questi periodi, è necessario stare vicino ai soggetti più sensibili, ai soggetti più deboli.
LA PANDEMIA E IL LOCKDOWN HANNO AVUTO MOLTI EFFETTI INDESIDERATI, HANNO CAUSATO E CAUSANO VERI E PROPRI ‘DANNI COLLATERALI‘ IN QUESTE PAGINE NE RIPASSIAMO INSIEME I PRINCIPALI
DANNI COLLATERALI PT. 1
“Te lo buco quel cellulare”
Tutti coloro di noi che hanno figli si sono sicuramente confrontati con la problematica relazione ‘giovani-dispositivi elettronici’.
Bambini e ragazzi sono inevitabilmente molto attratti dagli schermi luminosi; i genitori tendono a utilizzarli per ‘neutralizzare’ i piccoli; sulle piattaforme web che trasmettono video c’è un’infinità di contenuti per bambini e ragazzi: questi tre fattori rischiano di creare un pericoloso sistema che porta i giovani a trascorrere molte ore della giornata divorando video, reels, storie etc…
Bambini e devices. Che fare?
Nel 2020, molti schermi in tutta Italia hanno fatto anche da classe: per gli studenti dalla primaria in su, è partita la DAD, la didattica a distanza. Lasceremo a fonti di informazione più specializzate il dibattito su come è stata affrontata dal corpo docente l’organizzazione delle lezioni a distanza, qui ci limitiamo a parlare in breve di uno degli ‘effetti collaterali‘ della pandemia.
Le ore passate seguendo le lezioni in DAD, davanti a uno schermo, si sono sommate alle ore spese davanti a uno schermo, ma per motivi ludici e di intrattenimento. Queste ultime, peraltro, durante il lockdown sono ovviamente aumentate.
Computer e bambini. Un’opportunità di crescita e un potenziale rischio.
Il risultato di questa congiuntura particolare, se non allarmante, non è comunque trascurabile: è reale il rischio, soprattutto per pre-teen ed adolescenti, di sviluppare una relazione insana con internet/computer/console/smartphone, che, come tutti gli strumenti, non sono né il male assoluto, né il bene in terra.
La relazione ‘malata’ può portare a:
una vera e propria dipendenza psicologica, nei casi più gravi,
un uso improprio di PC e devices. Da risorsa a prigione: vengono utilizzati tantissimo per il divertimento e snobbati quando si tratta di utilizzarli per fare ricerche o imparare gli elementi di base del coding.
problemi fisici come tendenza a essere sovrappeso, problemi alle articolazioni, persino un abbassamento della capacità di reazione muscolare.
deprivazione del sonno, particolarmente grave su individui il cuo sistema nervoso è ancora in fase di sviluppo.
peggioramento delle capacità relazionali. Si tende a comunicare principalmente attraverso chat, email, DM’s, e questo può portare alla perdita graduale delle capacità relazionali fisiche.
Come in tutte le cose umane, nulla è del tutto negativo o positivo. Il rapporto tra i giovani e la tecnologia contiene aspetti controversi, come quello che abbiamo evidenziato qui. È importante aiutare i ragazzi a trovare un giusto equilibrio nell’uso di PC e dispositivi elettronici portatili. Possiamo anche qui, trasformare gli effetti di una crisi in una opportunità per aiutare i giovani a costruire un rapporto più equilibrato, e quindi più sano, con la tecnologia e l’informatica.
Il giusto equilibrio per fare dei computer una risorsa.
LA PANDEMIA E IL LOCKDOWN HANNO AVUTO MOLTI EFFETTI INDESIDERATI, HANNO CAUSATO E CAUSANO VERI E PROPRI ‘DANNI COLLATERALI‘. PARLIAMO DI… SESSO.
DANNI COLLATERALI PT. 1
“E anche oggi… si fa sesso domani”
La pandemia e il lockdwon entrano in camera da letto.
Tra i danni collaterali provocati dalla quarantena e dall’epidemia, ne segnaliamo oggi uno emerso recentemente da uno studio dell’Istituto Mario Negri, apparso sul Journal of Epidemiology: “Durante la quarantena, il 25% degli italiani ha avuto molti meno rapporti sessuali rispetto ai periodi pre-pandemia“. Il dato emerge all’interno di uno studio su come la pandemia abbia modificato le abitudini della sfera sessuale.
Perché la pandemia ha modificato tante, tantissime abitudini. Il suo impatto sulla vita sessuale degli italiani, ma abbiamo buoni motivi di ritenere che negli altri paesi non sia andata diversamente, è stato importante soprattutto sui maschi giovani, con un buon livello di istruzione e con una situazione abitativa precaria.
Parliamo di numeri: più del 35% degli intervistati ha riconosciuto un cambiamento nella propria attività sessuale durante la quarantena, un mero 8% dichiara di aver fatto più sesso di prima, mentre un importante 27% ammette che la propria vita sessuale si sia striminzita. Parlando di coppie, lo studio evidenzia come il 20% delle coppie intervistate abbia ammesso di aver ridotto di molto la propria attività sessuale rispetto ai periodi pre-pandemici.
Andrea Amerio, uno psichiatra ricercatore dell’UniGenova, ha indicato come fattori di riduzione dell’attività sessuale nelle coppie la paura di contagiarsi o di contagiare, la malinconia e l’ansia legati alla situazione sanitaria e, per le coppie con figli, la presenza costante della prole in casa.
La vita di coppia, alti e bassi. Con la pandemia, gli alti son spariti.
I single, i soggetti più colpiti, hanno registrato un calo importante nella loro attività sessuale principalmente per il divieto di spostarsi, la chiusura degli esercizi pubblici e l’obbligo di distanziamento sociale.
Lo studio dell’Istituto Mario Negri sull’impatto della pandemia sulla vita sessuale degli individui non è stato il primo a livello mondiale.
Dando uno sguardo approfondito a quanto emerso, siamo ben certi di poter dire che i fattori di riduzione dell’attività sessuale, siano:
paura di contagiarsi a vicenda.
presenza costante di bambini in casa.
divieto di spostamenti.
chiusura dei locali pubblici.
obbligo di distanziamento sociale.
troppo tempo passato insieme per i partner.
elevati stress e preoccupazioni riguardo alla vita lavorativa.
elevata incidenza di forme anche lievi di depressione.
E, ultimo ma non per ordine di importanza, il fattore esterno. Come dicono alcuni sessuologi: “Due zebre non si accoppieranno mai vicino a una leonessa“. Ovvero: “Se c’è un pericolo, una minaccia reale vicino a noi, il nostro cervello manda segnali al corpo che al momento non è una buona idea avere un rapporto sessuale.”
Con la morte fuori dall’uscio di casa, il desiderio sessuale scende.
1-8: In Europa la diffusione del virus viaggia velocemente. Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie aumenta il livello di rischio da ‘moderato’ ad ‘alto’ per i cittadini dell’Unione europea. L’Italia compare nelle ‘liste nere’ di tutti gli aeroporti. Il governo dichiara possibile l’istituzione di zone rosse di quarantena. In tutto il mondo è sempre più difficile viaggiare. Qualunque evento, dalle fiere campionarie, ai summit a quelli sportivi, viene cancellato o posposto.
9:COMINCIA IL LOCKDOWN L’Italia intera è in quarantena. Scuole e uffici pubblici vengono chiusi. Si limitano i viaggi eccetto per motivi di comprovata necessità, lavorativi o di emergenza sanitaria. Si impone agli esercizi pubblici l’orario ridotto: dalle 06:00 alle 18:00, che per altro possono rimanere aperti ma suddivisi in varie fasce orarie.
10-11: In questi giorni di caos e panico, il direttore dell’OMS definisce la situazione ‘pandemica’ pur se continua a non dichiarare ufficialmente che ci si trovi di fronte a una pandemia. Italia sempre più rossa: nonostante la quarantena, il numero dei contagi e dei ricoveri continua a salire. Viene ordinata la chiusura totale dei pochi esercizi pubblici che ancora erano operativi.
12-31: Nelle prime settimane di ‘hard lockdown’, la reazione dei cittadini italiani sembra positiva: si moltiplicano le iniziative di ‘flashmob’ dai balconi, mentre molte organizzazioni di volontariato si mettono in gioco per stare più vicino ai soggetti deboli. Continueranno per tutto il periodo di quarantena. Diversamente dalla tenuta psicologica dei cittadini, che dopo i primi giorni di reazione positiva, comincia a subire la gravità della situazione. Al 31 marzo, in tutto il mondo si registrano 3 milioni di casi accertati, e quasi 200.000 morti.
Aprile 2020
1: Il Segretario Generale delle Nazioni Unite afferma che la pandemia di Covid-19 è la “peggior crisi” del mondo dopo la Seconda guerra mondiale.
2-4: Mentre nel mondo le attività produttive rallentano o si fermano del tutto, alcuni economisti rilevano che i tassi di disoccupazione potrebbero superare il livello della Grande Depressione degli anni ’30. Ciononostante, le chiusure continuano, anche con le proteste di quella parte del mondo produttivo che vorrebbe non fermare l’economia. In Italia intanto, per la prima volta da gennaio, diminuisce il numero dei ricoveri in terapia intensiva. La popolazione si è già abituata a mascherine, guanti e gel.
5-7: Il nuovo epicentro della pandemia va oltreoceano: negli Stati Uniti si segnalano numeri spaventosi di casi e decessi. Nel frattempo, in Europa, dopo quasi un mese di chiusure, si registra un miglioramento della qualità dell’aria. Un effetto collaterale positivo delle chiusure.
9-11: Nell’UE si comincia a parlare di reazione alla crisi economica generata dalla pandemia. L’Eurogruppo si accorda su un piano di risposta per oltre 500 miliardi di euro per aiutare i paesi e i settori più colpiti dalle conseguenze della pandemia. Si cominciano a sviluppare app al fine di tracciare i contatti e poter ipotizzare reti di trasmissione. Nel nostro Paese, l’effetto delle chiusure comincia a riscontrarsi anche sul numero dei decessi, che calano dopo circa 25 giorni di salita ininiterrotta.
12-25: In Europa Occidentale c’è un sensibile miglioramento dei dati relativi a morti e decessi, si comincia a parlare di timide riaperture, il primo paese a farlo è l’Austria. In Italia suscitano reazioni contrastanti le immagini di Papa Francesco che in occasione della Pasqua tiene l’Angelus di fronte a una Piazza San Pietro deserta e quelle del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che celebra il 25 aprile a Piazza Venezia in un’atmosfera surreale. Nel frattempo i dati migliorano, per la prima volta dall’inizio dell’emergenza si registra un segno meno nel numero degli attualmente positivi. Il dato segue il trend calante di ricoveri e terapie intensive.
26-30: L’allora presidente del consiglio, Giuseppe Conte, avverte che dal 02 maggio l’Italia entrerà nella cosiddetta ‘fase due’: 4 milioni di Italiani torneranno al lavoro, saranno consentite visite a membri della famiglia, purché all’interno della regione. A Wuhan, intanto, si dichiara una momentanea vittoria contro il virus: tutti i casi COVID-19 sono stati dimessi dagli ospedali.
1: Mentre la Cina ammette di non aver affrontato al meglio le prime fase della diffusione del contagio, in tutto il mondo sale la preoccupazione sull’impatto che questa nuova sfida potrà avere sull’economia globale. A cominciare dal fatto che la Cina, ‘la fabbrica del mondo’, comincia a chiudere temporaneamente interi settori produttivi, o che catene internazionali abbassano momentaneamente la serranda a scopo precauzionale.
2-5: Si mette agli atti il primo decesso fuori dalla Cina, nelle Filippine muore un uomo di 44 anni, mentre in Europa i casi ormai superano la ventina.Il Giappone mette in quarantena la nave da crociera Diamond Princess, dove ha rilevato 120 nuovi casi. Il caso acquista notorietà da noi per la presenza, tra i 3500 passeggeri, di 35 cittadini italiani.
7: Uno studente italiano di ritorno da Wuhan ha il poco invidabile primato di essere il primo cittadino del belpaese a risultare contagiato.
8-11: Mentre i numeri relativi a contagi e decessi salgono in tutto il mondo, Tedros Adhanom Ghebreyesus, il direttore dell’OMS avverte che un primo vaccino potrebbe essere pronto non prima di 18 mesi e commenta: “Un virus come questo è in grado di sconvolgiere la vita di tutti i giorni, la politica, l’economia più di quanto farebbe un attacco terroristico: siamo di fronte a un nemico”
12-20: Primo caso di SARS-CoV-2 in Africa: Egitto, e primo decesso in Europa: Francia. Il governo della Repubblica Popolare Cinese dischiude alcune informazioni e accetta che una delegazione dell’OMS arrivi in Cina per monitorare la situazione e il conteggio di malati e decessi. In tutto il mondo, si comincia a posporre o cancellare i grandi eventi di caratura internazionale: dal Gran Prix di F1 in Cina alla Game Developers Conferenece a San Francisco. Ci si comincia a chiedere cosa sarà dei due grandi eventi estivi: l’Euro 2020 e le Olimpiadi di Tokyo 2020.
21: Nel nostro Paese compaiono focolai locali di coronavirus: il primo in Lombardia, intorno a Castiglione d’Adda (LO), dove un 38enne senza storia recente di viaggi in Cina, ha contagiato la moglie e altre persone a lui vicine, oltre che il personale sanitario delle strutture dove essi erano stati accolti. Il secondo a Padova. La Regione Lombardia e il Ministero della Salute decidono di vietare eventi pubblici in dieci comuni, dove verranno sospese anche tutte le attività lavorative non strettamente necessarie. Nello stesso giorno arriva la notizia del primo decesso in Italia, un uomo di settantasette anni di Vo’ Euganeo (PD).
22-23: Spuntano altri focolai nel nostro Paese, crescono i contagi apparentemente inspiegabili, ovvero senza legami epidemiologici. Le Regioni Lombardia e Veneto le più colpite. Nel giro di pochi giorni, l’Italia supera tutti gli altri paesi europei per numero di contagi registrato. Le due regioni più colpite vanno verso il lockdown, mentre anche lo storico Carnevale di Venezia deve fare i conti con la situazione presente: viene annullato, insieme a quello di Ivrea.
24-28: Aumentano dappertutto i casi registrati soprattutto in Italia, Israele, Corea del Sud e Iran, nonostante ciò, l’OMS è ancora riluttante a classificare la situazione come ‘Pandemia. Sempre dal versante della ricerca, si appura che il virus ha origini zoonotiche, ovvero, è stato trasmesso all’uomo da un animale.
Novembre 2019 17: Si mette agli atti il primo caso di contagio accertato da SARS-CoV-2. Il cosiddetto ‘paziente zero’ è un cinquantacinquenne della provincia dello Hubei.
Nei primi momenti, il virus non viene riconosciuto come un nuovo tipo di SARS-COVID e il governo cinese divulga la notizia solamente il 13 gennaio 2020.
21: Si registra nel nostro Paese il primo presunto caso di COVID-19. Il paziente zero italiano, che poi risulterà positivo, è un bimbo di 4 anni di Milano. La parola ‘presunto’ viene tolta il 9 dicembre 2020.
Dicembre 2019 8-18: Si registrano sette casi, catalogati come ‘nuovo, sconosciuto COVID-19’; due tra di loro erano collegati al mercato del pesce di Wuhan.
12: La TV di stato della Repubblica Popolare Cinese, la CCTV, riferisce in una trasmissione che “nella città di Wuhan è stato rilevato un nuovo focolaio”
31: Il governo della Repubblica Popolare Cinese informa ufficialmente l’OMS che nel mercato del pesce della città di Wuhan sono stati rilevai casi simili di polmonite dovuta al nuovo ceppo di SARS-COVID.
Gennaio 2020 1: Il mercato del pesce di Wuhan viene chiuso dalle autorità, che però non si limitano a questo e decretano l’isolamento di tutti gli individui in cui sono stati riscontrati i sintomi dell’infezione dal nuovo SARS-COVID.
7: È ufficiale: è stato identificato un nuovo virus. Così recitano i comunicati delle autorità cinesi. Si tratta di un nuovo virus appartenente al ceppo dei coronavirus. Fa compagnia, tra gli altri, al raffreddore comune e a virus come SARS e MERS. Il nuovo venuto prende per ora il nome di “2019-nCoV”.
9: Nel giorno in cui l’OMS conferma l’esistenza di una epidemia da Coronavirus sconosciuto, si registra il primo decesso a causa del SARS-CoV-2
13: Si conferma il primo caso conclamato di positività al di fuori dalla Cina, in Tailandia, per la precisione.
17: L’Europa si allerta, l’ECDC, Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie fa salire a “moderato” il livello di rischio sull’eventualità che il virus arrivi l’Europa.
21: Negli USA si conferma il primo caso d’infezione da COVID-19. In tutto il mondo, secondo le stime ufficiali, ci sono 312 casi e 6 decessi.
22-25: Per la prima volta nella storia dell’uomo, viene decretata una misura straordinaria di quarantena che colpisce 60 milioni di persone. Wuhan, e la provincia di Huabei entrano in lockdown. Non si entra, né si esce. Il presidente della Repubblica Popolare Cinese, Xi Jinping, emette una dichiarazione ufficiale nella quale conferma la gravità della situazione.
30: Mentre l’OMS in un comunicato ufficiale definisce il COVID-19 (ufficialmente 2019-nCoV ARD) un grande rischio per la salute pubblica, la pandemia sbarca in Italia… Due turisti cinesi, in vacanza nel nostro paese e più precisamente a Roma. Sono loro i primi due casi di persone infette. Come conseguenza, il governo italiano ferma tutti i voli da e per la Cina e dichiara lo stato di emergenza sanitaria sino a giugno 2020. Mentre in tutto il mondo aumentano casi, contagi, decessi e misure restrittive, l’unica buona notizia viene dai medici: la mortalità del virus rimane molto bassa, intorno al 2% dei contagiati.